Di cosa parla questo articolo?
Torno a parlare dei Golden State Warriors, squadra fortissima fino a pochi mesi fa (e oggi un po’ in rovina). Lo faccio perché mi pare che quello dell’NBA sia un mondo particolarmente ricco di narrativa, personaggi, possibilità di raccontare storie legate anche al mondo del copywriting e della comunicazione.
Anche se non capisci niente di basket, anche se non hai idea di chi sia Stephen Curry, ti consiglio di continuare a leggere: copywriter freelance e professionisti in genere possono trovare tanti spunti di crescita personale dalla loro storia.

nota informativa: questi tizi giocano da queste parti. Gli poteva andare peggio
Prima lezione dei Golden State Warriors: servono pazienza e preparazione
Il risultato di un lavoro è la punta di un iceberg che include tempo, fatica, studio e pazienza. Niente di nuovo, niente di esaltante, ma pensa proprio al caso dei Golden State Warriors. Immagina una squadra che fino a una decina d’anni fa era un po’ lo zimbello della lega, non vinceva mai e non se la filava nessuno.
Poi, anno dopo anno, sono stati aggiunti giocatori oggi diventati superstar, come Stephen Curry e Klay Thopson. Questi due, però, non sono caduti dal cielo, ma sono stati scelti da scout che in maniera attenta, meticolosa, hanno saputo cogliere in questi e altri atleti qualcosa di unico, e li hanno saputi aspettare.
Che c’entra questo con un copy freelance? Prima cosa, pazienza: nel mio caso, ad esempio, prima di potermi mettere alla prova con un’agenzia ho dovuto aspettare un anno e mezzo, fatto di curriculum mandati un po’ dove capitava e tanti rifiuti.
Seconda cosa, preparazione: quando ho scritto il mio primo copy sapevo una minima parte delle cose che so oggi, alcuni anni dopo. Studiare, applicarsi e darsi degli obiettivi paga, e ti consente di toglierti soddisfazioni economiche e professionali. Non varrà un titolo NBA, ma siamo lì.
Devi saper vedere quello che gli altri non riescono a vedere
In NBA c’è una cosa che si chiama Draft. Ogni estate le squadre scelgono dei giocatori provenienti dai college americani o dall’estero e, se tutto va bene, li integrano nelle loro rose. Nel 2012 Golden State sceglie al draft un tizio che si chiama Draymond Green, e lo sceglie al numero 35 su 60 giocatori in totale. La decisione si rivela corretta, perché Green diventerà da lì a poco una delle colonne della squadra, e consentirà di vincere tre titoli NBA in quattro anni.
Ma non basta, perché l’aver saputo scegliere così bene i giocatori negli anni passati ha permesso ai californiani di proporre un gioco mai visto prima in NBA. Un gioco che ha colto impreparati tutti gli altri, e costretto l’intera lega a cambiare direzione.

ciao, sono Draymond Green. Non farmi arrabbiare
I Golden State Warriors sono stati in grado di vedere quello che chiunque altro avrebbe potuto vedere, ma che nessuno si era sforzato di comprendere. Ovvero: sfruttare i tiri a maggiore efficienza (quelli tra tre punti), dava una maggiore possibilità di vittoria. Non è un caso se, oggi, la percentuale di tiri da tre tentati da tutte le squadre è in continuo aumento, anno dopo anno.
E questo che c’azzecca con un copywriter? La capacità di vedere quello che in qualche modo è già visibile a tutti, ma non è compreso, può rappresentare la molla per dare una svolta alla propria carriera. Là fuori magari c’è la nicchia giusta in cui inserirsi, l’opportunità che gli altri non hanno sfruttato e che tu puoi fare tua. Non voglio farlo sembrare un discorso auto-motivazionale da quattro soldi, ma può essere così.

una copywriter freelance che ha trovato la nicchia giusta (foto vergognosamente stock)
Farai errori, o sembrerà così. In ogni caso, sarai criticato
Non è che i Golden State Warriors non abbiano fatto errori in questi anni. Le scelte al draft non sono state sempre ispirate come quelle che hanno portato Green o Thompson. L’aver perso la finale contro Cleveland nel 2015, dopo essere andati in vantaggio di tre partite, è forse più colpa loro che merito degli avversari.
E comunque, quelle che sembrano critiche potrebbero, in futuro, diventare anche momenti di svolta cruciali per il successo. Nel momento in cui il primo contratto di Curry stava per scadere, in molti erano convinti che la franchigia di San Francisco non dovesse rinnovargli la fiducia.
Le motivazioni erano molte: troppi infortuni, prestazioni non all’altezza e via dicendo. La decisione di rinnovare il contratto, alla fine, fu criticata da molti, ma da lì in poi Curry iniziò a trasformarsi nel giocatore che è oggi, devastante e unico in tutto il panorama dell’NBA.
Non si scappa: anche tu, come copywriter freelance, incapperai in errori e sbagli, e potresti essere criticato. La cosa che mi pare importante, però, è cercare di prendere sempre il buono da questi episodi negativi, per poterli sfruttare a proprio favore. Qualsiasi critica fa male, anche quella più costruttiva, ma può rappresentare un momento essenziale per la propria crescita.

ogni tanto perdono anche loro, figurati tu
Pochi giri di parole: a un certo punto, ci vuole fortuna
La fortuna dei Golden State Warriors è stata proprio la scarsa resa dei primi anni di Curry. Il contratto rinnovato al giocatore, infatti, prevedeva uno stipendio piuttosto basso, proprio a causa dei problemi avuti negli anni precedenti.
Spendere pochi soldi per Curry ha permesso alla squadra di ingaggiare altri giocatori di ottimo livello, come Kevin Durant, e di creare l’ossatura della squadra quasi imbattibile che abbiamo imparato ad apprezzare.
Quindi sì, ci vuole anche fortuna, e ce ne vuole tanta, perché come copywriter freelance devi sapere farti trovare nel luogo (spesso virtuale) giusto al momento giusto. Rispondere a un’offerta che sembrava di poco conto potrebbe aprirti le porte a una commessa ottima, oppure conoscere per caso una certa persona potrebbe dare il via a opportunità interessanti.

un’opportunità dietro a una di queste porte deve pur esserci
Se fai le cose bene, gli altri se ne accorgono e te lo faranno sapere
Quando una squadra vince, tutti vogliono farne parte. È un po’ così anche per i Golden State Warriors, che negli ultimi anni sono stati capaci di ingaggiare giocatori che, pur di vincere il titolo, sono stati disposti a fare sacrifici economici.
Per un copywriter, questo significa che se fai le cose per bene, e gli altri ne sono a conoscenza, saranno i clienti a venire da te, e non il contrario. Nella mia esperienza personale, i lavori di almeno gli ultimi due anni sono arrivati da clienti che hanno richiesto i miei servizi, e non da mie iniziative.
Per un professionista affermato questa può sembrare la norma, ma per chi ha iniziato da poco a lavorare in proprio rappresenta quel passo forse decisivo verso una dimensione professionale più elevata.

il tipico cliente di un copywriter freelance
Rallegrati (o rassegnati): il successo è un fatto ciclico
Alla fine è successo quello che succede a tutte le cose belle: il giocattolo si è rotto. Nell’estate 2019, i Golden State Warriors hanno perso uno dei loro giocatori migliori (Kevin Durant), trasferitosi in un’altra squadra.
Come se non bastasse, due delle punte di diamante del team, Klay Thompson e Stephen Curry, si sono infortunati gravemente. Morale della favola, per quest’anno non c’è stato niente da fare, inseguire il titolo NBA è stato fin da subito un sogno proibito, e dopo tanto tempo le sconfitte sono più delle vittorie. Il primo a rendersene conto è stato il coach Steve Kerr, che durante un’intervista rilasciata dopo l’ennesima sconfitta dichiarava:
Steve Kerr on the Warriors adversity: “We’ve lived a charmed existence...This is the real NBA.” pic.twitter.com/TW4LVpw4TU
— Anthony Slater (@anthonyVslater) November 19, 2018
Abbiamo vissuto in un sogno. Questa è la vera NBA. Non siamo stati nella vera NBA negli ultimi anni. Siamo stati in questa specie di sogno. Adesso stiamo affrontando le vere difficoltà.
Ma non è una tragedia. Questo vuol dire che il successo è un fatto ciclico, e che a una grande salita può rispondere una discresa brusca. Ma anche che un nuovo successo può essere dietro l’angolo. Nella prossima stagione, infatti, Golden State potrà contare non solo su Curry e Thompson completamente ristabiliti, ma anche su una scelta di valore al draft, che potrebbe portare un nuovo campioncino in erba.
Se sei un copy freelance, questa dovrebbe essere la lezione più grande di tutte. Perché dire che il successo è un fatto ciclico non significa che un giorno sei ricco e un altro sei povero, ma piuttosto che a un periodo in cui ti riesce tutto facile può seguirne uno più difficile. L’importante, come sempre, è reagire, gestire al meglio la psicologia, e prendere il lato positivo da tutte le possibili difficoltà a cui si va incontro.
Perché le discese a dirotto, come è noto, servono solo a prendere di slancio le salite più ripide (visto come sono melodrammatico, eh?).
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