Cosa può fare il bravo copywriter per ridurre la frequenza di rimbalzo?

come ridurre la frequenza di rimbalzo?
Cos'è quella cosa che più è alta e più fa sudare freddo un copywriter? La frequenza di rimbalzo. Vediamo come si può ridurre (e se si può ridurre).

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Bounce rate. Per dirla all’italiana, che è anche meglio, frequenza di rimbalzo. Come ben saprai, indica la percentuale di visitatori che accedono al tuo sito web e poi decidono che un’occhiata è più che sufficiente e quindi non faranno la benché minima azione – tipo fare clic su qualche voce di menu o link interni – se non quella di uscire dalla pagina.

In quanto copy, che possiamo fare per ridurre questo fenomeno?

Frequenza di rimbalzo, il nemico dei copy

Nella maggior parte dei casi si tratta di un chiaro sintomo di disinteresse, di mancanza di coinvolgimento di un articolo, di una pagina, insomma di un contenuto. Pensa ad esempio a una landing page. Una frequenza di rimbalzo molto alta è un grosso problema, non fosse altro che l’obiettivo è quello di condurre l’utente attraverso il funnel di vendita.

Se l’utente non recepisce le call to action della tua pagina (o di quella del tuo cliente) e non trova interessante il tipo di interazione che proponi (sempre se ne proponi una), beh, questo è un grosso problema. Il tuo obiettivo è quello di vendere un servizio o un prodotto, e così non raggiungi il tuo scopo.

se i contenuti del tuo sito “te rimbalzano”, qualche problema c’è

Va da sé che per ridurre il bounce rate e far funzionare il tuo contenuto si possono mettere in pratica alcune best practice che ogni bravo copywriter dovrebbe padroneggiare. Che poi alcune sono davvero basilari e scontate. Talmente scontate che spesso si finisce per non tenerne conto. Prima di farti qualche esempio, bisogna considerare una cosa.

Parti sempre dal presupposto che la frequenza di rimbalzo non dipende solo ed esclusivamente dal contenuto scritto della tua pagina. Molto dipende da come viene pubblicizzata, da tecniche SEO non azzeccate, errorucci vari qua e là che non dipendono da chi di mestiere scrive per far sì che il cliente possa convertire e vendere. In ogni caso, il copywriter ha un ruolo molto importante nel far sì che i visitatori abbandonino una pagina solo dopo aver interagito in maniera efficace (e quindi siano stati reindirizzati a un’altra pagina).

In ogni caso, quello che puoi fare è questo.

Scrivi testi di qualità, che siano efficaci, non troppo lunghi e soprattutto leggibili. Fai in modo che ciò che scrivi sia chiaro per tutti. Pensa di dover rendere fruibile per i bambini la Critica della Ragion Pura di Kant. Ma vale anche il contrario. Pensa di dover rendere interessante Topolino a un ingegnere aerospaziale con seconda laurea in letteratura cinese. Se ce la fai, sei un bravo copywriter e potresti davvero avvicinare allo 0% il bounce rate di una landing page.

Utilizza in modo corretto i tag

Secondo appunto: le persone hanno una soglia dell’attenzione molto bassa. Quello che devi fare, quindi, è strutturare un articolo o una pagina in modo che a colpo d’occhio il lettore possa vedere ciò di cui parli, cosa vuoi vendere o promuovere.

Il Tag H1 è il biglietto da visita principale, è la prima parte di un contenuto su cui lavorare per ridurre la frequenza di rimbalzo. Ecco dunque che deve essere d’impatto, interessante, chiaro e specifico, di facile comprensione per il lettore. È importante per le ricerche organiche ma soprattutto per far sì che l’utente voglia proseguire nella lettura. Trovare il titolo giusto è molto difficile.

Vogliamo parlare poi dell’importanza dei tag H2? Sono fondamentali, perché li puoi sfruttare per enfatizzare parole chiave, e spezzare il flusso dello scritto in modo organico per evitare il tanto spiacevole “effetto muro”. Puoi anche mettere in evidenza aspetti molto importanti di un contenuto. Si tratta dello step successivo rispetto all’H1, un elemento complementare, che fa fare un passo avanti nella comprensione.

Il miglior consiglio che mi sento di darti a questo punto è quello di scrivere sempre un paragrafo intrigante, rapido ma chiarificatore di ciò che andrai a trattare, sotto al titolo H1. Pensa anche all’opportunità di inserire un quote, o mettere in rilievo un concetto ponendo un interrogativo. Molto dipende naturalmente dal contenuto che andrai a produrre, non ci sono indicazioni universalmente valide.

frequenza di rimbalzo wilt chamberlain
lui è Wilt Chamberlain, leader NBA con 23.924 rimbalzi. Tu non vuoi fare come lui

Scrivi bene. E basta

Facciamo un passo avanti. E parliamo di come creare un contenuto in modo da mantenere sempre attiva l’attenzione del lettore. Come si fa, mi dici. Ti rispondo con qualche esempio:

  • Utilizza frasi corte e semplici da capire. Meglio se variandone la lunghezza;
  • Rompi il muro dello scritto con qualche grafica, lista, call to action. Insomma, qualche dettaglio che dia enfasi, sia funzionale e renda la lettura più piacevole;
  • Punta su parole comprensibili e soprattutto presenti nel vocabolario;
  • Sfrutta grassetto e corsivo, ma senza esagerare. Utilizzali per evidenziare ciò che merita di essere messo in risalto.

È molto importante inserire la giusta quantità di informazioni all’interno di una pagina. Altrimenti il discorso risulta troppo generico, e l’utente abbandona la sessione. Allo stesso modo, se ci sono troppe informazioni e quelle cruciali sono ben nascoste è difficile immaginare che a un utente non venga voglia di tagliare la corda. Prima di scrivere è sempre opportuno valutare:

  • Quante informazioni dare (in base al nostro obiettivo: vendere, promuovere, informare);
  • Se per il mio scopo devo fornire informazioni dettagliate o posso rimandare gli approfondimenti a step successivi (ad esempio se un utente è interessato ad un servizio o prodotto);
  • A che livello sono del funnel di vendita (se devo scrivere il contenuto per delle landing page);
  • Quanto tempo potrebbe dedicare un utente per leggere i miei contenuti.

E poi un ultimo suggerimento: fai un uso saggio dei link interni. Fai in modo che all’interno del tuo testo ci siano dei rimandi a pagine altrettanto interessanti, correlate e in grado di dialogare bene. È fondamentale non eccedere e allo stesso tempo non essere troppo parchi. Il numero corretto di link all’interno di una pagina (non posso dirti qual è, dipende da lunghezza, tipo di contenuto e altri fattori che non sto qui a elencarti) permette ai lettori di interagire.

E se c’è interazione, non c’è rimbalzo.

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