Stipendio Copywriter: come fisso i prezzi per non fare la fame?

Stipendio copywriter guadagno
Quanto guadagna un copywriter? E come fissare i prezzi per aumentare il guadagno nel tempo e non fare la fame? Eh, belle domande.

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Quello dello stipendio dei copywriter, del guadagno, è uno dei temi che più interessa. Almeno, a me interessava decisamente prima di cominciare a lavorare, e continua a interessare anche adesso.

Per puro spirito di utilità, allora, ho pensato di scrivere un articolo che ti può aiutare in due modi. Il primo è capire quanta grana puoi fare se sei un SEO copywriter o qualcosa del genere. Il secondo, è comprendere che prezzi devi proporre per crearti lo stipendio di cui sopra.

Iniziamo e vediamo che esce.

Prima di tutto, quanto guadagna un copywriter online?

Cosa vuoi che ti dica, non c’è una risposta fissa. Lo stipendio medio di una figura professionale del genere è complicato da calcolare credo. La cosa più banale è che il compenso di un copy freelance si ottiene mettendo insieme tante piccole somme che raccogli dai vari clienti che devi avere.

In una situazione ideale, sarebbe bello dividere le quote di guadagno in parti uguali. Perché così diversifichi il rischio. Ma come diceva Don Draper in Mad Men, “il momento nel quale firmi con un cliente è il momento nel quale inizi a perderlo”. E quindi, devi sempre mettere in conto che una bella commessa possa finire da un momento all’altro.

All’inizio della mia carriera, ad esempio, scrivevo solo per un cliente. Guadagnavo bene, anche molto bene. Poi però il progetto è finito (letteralmente da un giorno all’altro), e quindi mi sono ritrovato per strada. Ho dovuto ricostruire passo dopo passo tutto quello che avevo fatto fino a quel momento.

Quindi non ti posso dire quanto guadagna un copywriter in senso assoluto. Però ti posso dire come lo deve guadagnare: diversificando il suo portafoglio clienti. Come si fa? Fissando dei prezzi giusti.

Se hai altri dubbi esistenziali sui tizi che scrivono online per campare, puoi leggere la mia guida definitiva micidiale sui copywriter freelance.

Come fisso il mio prezzo da copywriter freelance?

Siamo in questa situazione: sei un copywriter freelance, sei alle prime armi, sei povero. Per qualche motivo strano hai agganciato un cliente, ma non hai idea di che prezzo chiedere. Come ti orienti? Una possibile strategia è quella di pensare al tuo caso paragonandolo a quello di un nuovo prodotto appena arrivato sul mercato.

La cosa da capire è che il prezzo è una leva comunicativa. Se non hai mai studiato marketing in vita tua, forse ti sorprenderà leggere della questione in questi termini. Però il discorso è tutto qui. Con il prezzo, stai comunicando ai tuoi clienti alcune cose. Non solo quanto devono sborsare, ma anche che tipo di servizio offri. E qui di solito nei manuali partono esempi ormai ben noti anche a chi non è del mestiere. Del tipo: un Rolex è un orologio, no? Fa la stessa cosa di un modello da 2 euro comprato dai cinesi. E però le implicazioni che nascono dall’acquisto dei due prodotti sono totalmente diverse.

Ecco, in un mondo ideale tu devi partire dall’essere un orologio cinese da 2 euro e arrivare a essere un Rolex. Da qui possiamo cominciare a capire come valutare i tuoi servizi, e soprattutto quanto deve sganciare la gente per ingaggiarti.

Prima fase: il copywriter online come commodity

Non voglio assolutamente sminuire le tue (o le mie) capacità ma, in molti casi, per i clienti un copy vale un altro. All’inizio siamo solo figurine (a volte anche quando inizia la collaborazione). Lo capisci da alcuni piccoli particolari. Ad esempio: a volte potrebbe arrivarti una proposta che non puoi proprio accettare. Per i motivi più svariati (tempo, argomento da trattare, poca voglia, ecc. ecc.). E al tuo rifiuto potrebbe seguire una risposta del tipo: “Conosci qualche collega da consigliarmi?” Un po’ come quando vai dal ferramenta per comprare le trappole per i topi, non le trovi e chiedi dove le vendono. Uno vale l’altro, conta il risultato finale.

Ma è normale. Immagina il titolare di una piccola azienda che vuole qualcuno che gli scriva un blog. Va su Google, cerca “copywriter freelance” e vede che gli esce. Si ritroverà davanti un sacco di tizi che lo tirano per la giacchetta cercando di accaparrarselo (ci sono anche io qui, inutile dirlo). Che ne può sapere lui chi è meglio di chi?

In questa fase, il copy è né più né meno di una commodity. Che sarebbe un prodotto che la gente compra senza farsi tanti problemi su quale sia il brand o cose del genere. Perché, tu guardi la marca dei feltrini delle sedie prima di comprarli? Guardi il prezzo, quello che costa di meno compri. E molte volte anche i clienti fanno così, specie se non hanno le idee chiare.

Cosa significa questo per te? Che in quanto prodotto sconosciuto al mercato, in quanto orologio dei cinesi da 2 euro, all’inizio devi offrire prezzi bassi. Almeno secondo me. Sei uno dei tanti, non ti conosce nessuno, non puoi fare altro. Non puoi mettere su un sito personale e sparare prezzi alti quando ti conosce tua madre, tuo cugino e il barista sotto casa. Semplicemente non riesci a comunicare il tuo valore così. Comunichi solo un bel “io so’ io e voi non siete un…”. E la gente che è già è un po’ incazzata perché deve spendere soldi mica è tanto felice di sentirla una cosa del genere. Oddio, magari qualcuno può anche apprezzarlo. Ma se sei un signor nessuno in un mare di altri signor nessuno, non so come va a finire.

rappresentazione drammatica di un copywriter che propone prezzi troppo alti ai suoi clienti.

La critica a questo approccio è: se tutti fanno così si genera una concorrenza al ribasso, tutti sono costretti a richiedere meno denari e si finisce a gambe all’aria. Giusto, è una legge di mercato. Quando parlo di prezzi bassi, è evidente che non sto parlando di prezzi da fame. Guardati in giro, vedi come se la gestiscono i competitor, e regolati di conseguenza.

E poi io mi baso sul fatto che siano gli altri a chiederti di scrivere – e quindi sei tu a decidere il prezzo. Ma nulla vieta di candidarti per altre posizioni che magari pagano meglio. Anzi, se riesci ad agganciare una bella commessa che paga bene rispondendo a un’offerta, puoi accelerare di molto il processo di aumento del prezzo. E arrivare alla seconda fase.

Seconda fase: l'aumento dello stipendio da copywriter

Il bello del lavoro online è che è molto semplice da capire. Se un’azienda ti sceglie per scrivere qualcosa, vuol dire che TU sei all’altezza di quell’azienda. Non ci sono favoritismi, raccomandati o imbrogli che tengano. Tu vali quella cosa lì. E vali anche quanto ti pagano. Il che significa che se ti pagano bene, sei a cavallo.

Basta che una sola azienda creda in te, e ti dia un compenso buono, per autorizzarti ad alzare le tue richieste allo stesso livello per qualsiasi altro cliente. Ovvio, devi far capire agli altri questo aumento di prezzo. Come ci riesci? In qualsiasi modo ti venga comodo. Strombazza le meraviglie del tuo portfolio sul tuo sito. Spamma messaggi sui tuoi profili social. Fai lo splendido su LinkedIn con un post esistenzialista. Scendi per strada con un megafono a fare concorrenza all’arrotino.

A questo punto non sei più un orologio dei cinesi da 2 euro. Sei in una situazione dove vai dall’essere un solido smartwatch scrauso da 19,99 euro che trovi all’entrata dell’IperCoop, all’orologio sotto i 100 euro che puoi regalare a Natale quando hai finito tutte le altre idee. La gente sa che in certe situazioni puoi anche tornare utile, e potrebbe anche comprarti. Tanto 100 euro massimo non è che sono chissà cosa.

Per aumentare lo stipendio da copywriter, quindi, devi prima riuscire ad acchiappare un buon cliente. Quello ti dà la base. Da qui parti per alzare i compensi. Non guardare tanto quello che fanno gli altri, in questa fase non serve più. Devi creare il tuo valore, la tua offerta. E se riesci a fare questo, entri in una nuova dimensione.

Terza fase: comunica valore, aumenta margini e guadagno

Secondo ricerche piuttosto serie, al pizzaiolo fare una pizza costa solo pochi centesimi. Poi arrivi tu, ti siedi al tavolo e la mangi pagandola dieci volte tanto. Perché questo? Perché la ciccia non sta tanto nella farina o nei pomodorini. Sta nella sapienza del pizzaiolo, nell’atmosfera del locale, nell’esperienza offerta. Sta nel valore che quella pizzeria ha saputo comunicarti per qualsiasi motivo (magari era l’unico locale libero e quindi ti ha comunicato accessibilità, vai a sapere).

E quindi tu devi fare la stessa cosa. Devi offrire gli stessi servizi che proponi di solito, ma te li devi far pagare di più. E come fai? Comunicando valore. Stessa cosa di prima: va bene qualsiasi cosa, purché sia efficace (e purché tu la sappia fare). Se i social non fanno per te, ottimizza bene il tuo blog per ottenere dolce, dolce traffico organico. Oppure fai una bella landing page da abbinare ad annunci su Google Ads. Hai un mondo di possibilità. Devi andare ad aumentare, aumentare fino a quando il mercato ti dice che non va più bene. E te lo dice prima o poi, tranquillo. Lo capisci quando non ti arrivano più proposte nella mail. Si tratta sempre di un processo di prove ed errori.

Se ti riesce il trucco, allora sì che puoi diventare un Rolex da centinaia di euro (io ancora non è che ci sia riuscito, non è che…) E una volta che ci riesci (che ci riusciamo), attirerai clienti migliori di aziende migliori, che non vogliono associarsi a un tizio che si fa pagare due euro a pagina. Perché un riccone si compra il Rolex per far vedere che è ricco, mica per guardare che ora è. Come diceva il poeta, al ristorante da 100 euro con 10 euro non mangi, no?

Andonio genio del marketing (forza Milan).

Ricorda però: puoi fare questo discorso solo se comunichi bene il tuo valore. Se non lo fai e aumenti lo stesso i prezzi si torna al punto di prima. Al famigerato “io sono io e voi…”

Sicuro che si fissa così lo stipendio dei copywriter?

Buon dio, no! Il guadagno e lo stipendio medio di un copywriter online non è certo fissato da regole certe. Anzi, sì. Le magiche regole del mercato. La mano invisibile che può accarezzarti o prenderti a sberle alla rovescia. La canonica regola della domanda e dell’offerta che porta a un punto di incontro tra cliente e copy, prima o poi. Che può essere più o meno basso, per carità. E qui entrano in ballo fattori che cambiano da caso a caso. La capacità di comunicare valore è la cosa fondamentale. Io sto cercando di farlo ma so che posso fare meglio. Si può sempre fare meglio.

Poi oh, puoi sempre evitare di farti i giri mentali che ho illustrato in questo articolo e fissare da subito un prezzo orario. Magari copiando quello che fanno gli altri. Magari chiedendo al tuo barbiere o al tuo parrucchiere come fanno a dare un valore monetario a quello che fanno (loro lo sanno, lo sanno sempre).

Secondo me non ti conviene, soprattutto se sei agli inizi. Ma io in questo momento per te non sono altro che un copywriter freelance commodity, uguale a un migliaio di altri, forse posizonato meglio di altri (speriamo), che ha scritto un pippone che probabilmente non hai letto per intero. Chi diavolo sono io per convincerti?

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