Di cosa parla questo articolo?
Interrogarsi sul significato del lavoro da remoto vuol dire come minimo che si vuole rimanere al passo coi tempi. Perché mai come in questo momento si sentono ripetere termini come smart working, work from home, south working, e cose del genere.
Visto che ormai ho una certa esperienza in questo campo, vorrei cercare di chiarire qualche dubbio più che legittimo. Perché lavorare da remoto è di base una gran cosa, ma per farlo bene bisogna sapere orientarsi, almeno a grandi linee. E questo discorso vale sia per i professionisti, ma anche per le aziende.
Perché si dice lavorare da remoto?
Cominciamo proprio dalla base. Dal significato delle parole. Il termine “remoto” di solito si usa in ambito informatico. Infatti, se si va a spulciare un dizionario, la definizione data è la seguente:
Remoto: si dice in riferimento a una connessione tra computer che non si trovano fisicamente nello stesso luogo: gestione di server in remoto; lavorare in remoto. – Dizionario Garzanti
E quindi, si capisce come l’elemento della distanza sia fondamentale. Tu e il tuo datore di lavoro (azienda, cliente o qualsiasi altro soggetto) non siete nelle immediate vicinanze. La parola “remoto” ti dà proprio l’idea di una cosa lontana, che non puoi raggiungere in maniera facile.
Lavorare da remoto vuol dire essere soli, tutto sommato. Lontano dal capo, te la devi sbrigare tu. Da una parte, questa è una dinamica che responsabilizza. Perché se un’azienda ti dice che si aspetta da te una certa cosa a una certa data, e tu non la fai, non fai una bella fine. Non sto dicendo che ti ritrovi tizi davanti la porta di casa pronti a menare le mani. Però se ti dimostri inaffidabile, non puoi sperare di cavartela con delle scuse e una chiacchierata a quattr’occhi. Al massimo puoi fare una telefonata, una videochiamata, o scrivere una email. E non è detto che vada bene.
Cosa serve per lavorare da remoto?
I professionisti che lavorano da remoto sviluppano nel tempo tutta una serie di necessità che magari all’inizio non si avevano. Ad esempio, quando ho cominciato io non credevo di aver bisogno di tutori per le mani e gomitiera. Invece adesso non ne posso fare più a meno.
Tralasciando i bisogni particolari che può avere ognuno, per lavorare dalla propria stanzetta servono due tipi di “cose”. Mi riferisco a elementi psicologici e materiali. Nella prima categoria ci metto dentro tutti tratti caratteriali che possono includere costanza, sacrificio, determinazione, capacità di essere metodico. Niente di particolarmente clamoroso o nuovo, sia chiaro. Si tratta però di requisiti secondo me essenziali. Perché se una mattina dovresti scrivere un articolo ma decidi che è più divertente andare a raccogliere margheritine, direi che stiamo andando nella direzione sbagliata.
L’altra categoria di elementi essenziali per le persone che hanno un lavoro da casa riguarda gli strumenti. Ne ho parlato nell’articolo sugli attrezzi del mestiere necessari per copywriter freelance. Il discorso lì si faceva specifico per il mio mestiere, ma se ti interessa approfondire la questione potresti trovare degli spunti interessanti.
A seconda dei casi, potresti avere bisogno di diversi apparecchi o device, ma in linea di massima ogni lavoro svolto da remoto deve essere supportato da un buon computer e una buona connessione. Capire cosa significa “buon” è il punto centrale della questione. Perché se devi scrivere documenti e gestire fogli di calcolo, puoi accontentarti anche di un PC non di ultimo grido. Se devi gestire grafica e animazione, tanto per dirne un’altra, invece devi dotarti di una configurazione all’altezza, e il costo sale.
Per quanto riguarda la connessione a internet, non mi pare servano per forza numeri eccessivi. Non servono giga e giga in download e upload, tanto per dire, se tutto quello che devi fare è mandare mail. Ma neanche se devi fare qualche riunione su Skype ogni tanto. Quindi si può risparmiare pure qui, volendo, a seconda dei casi.
Nel concreto, come funziona il lavoro da remoto?
Dare una definizione sul funzionamento del lavoro da remoto è complicato. Perché ogni mansione è differente. Molte aziende lasciano una certa libertà, chiarendo solo una deadline che devi rispettare per la consegna del materiale.
Altre, però, possono essere un po’ più pressanti, ad esempio con feedback e contatti quotidiani. Dipende, insomma. Certo è che se fai un lavoro di contatto col pubblico, anche se da remoto, avrai a che fare comunque con un bel po’ di persone. E questa è una cosa che spesso passa in secondo piano.
Si pensa, cioè, che il lavoro da remoto sia quasi una scusa per essere sempre più chiusi nella propria casetta, lontani dal mondo. E da una parte può essere vero. Però dall’altra ti fa comunque conoscere colleghi e un sacco di persone. Il fatto che tu ci riesca a parlare e magari anche a instaurare un rapporto che va al di fuori dell’orario di lavoro dipende più che altro da te e da chi ti sta attorno.
L’altra cosa carina da sottolineare è l’orario. La gestione del tempo è fondamentale quando si lavora da remoto, ed è una cosa che si impara col tempo. Però non è sempre vero che se uno lavora da casa è praticamente sempre con la testa sulle sue mansioni. Anche in questo caso, cambia da caso a caso, certo. Però devi essere prima di tutto tu a darci un taglio. A evitare di rispondere a una mail alle otto di sera. A trovare la forza di dire di no a un lavoro che magari di piace, ma che ti costringerebbe a star sulla scrivania tutto il weekend, mandando all’aria i piani che già avevi fatto.
Insomma, il lavoro da casa consuma cuore, mente e schiena (se stai seduto tanto tempo) solo nella misura in cui tu lasci che ciò avvenga.
C’entra qualcosa lo smart working?
E sì che c’entra. Lavoro da remoto e smart working sono due cose diverse, anche se spesso si confondono. Perché uno potrebbe pure operare da casa ma essere poco “smart”. Nel senso che ci sono comunque aziende che tengono a operare una gestione dei dipendenti più stretta, anche se si lavora da remoto.
Con lo smart working, in molti casi, lavori per obiettivi. Hai una data e un quantitativo di roba da fare. Fallo. Non importa dove, quando, come e perché. Basta che la fai. Può essere da remoto ma anche dalla sede aziendale, in effetti.
Alla fine conviene lavorare così?
Non posso essere io a dirti se ti conviene lavorare da remoto o meno. Nella mia esperienza è andata e sta andando bene, ma non vuol dire che per altri sia lo stesso. Senza contare che non tutti i lavori possono essere svolti da remoto. E sempre senza contare che non tutti hanno la voglia, la capacità o semplicemente la possibilità di non uscire di casa per buona parte della giornata.
Per certi versi conviene e per altri no. Non riesco a dare altre risposte definitive, veramente. Però dai, già capirci un po’ di più sul lavoro da remoto è un primo passo per capire se convenga o meno entrare in questa dimensione. Meglio di niente.
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